Negli ultimi anni c’è stata un’esplosione di life coach, formatori, esperti di PNL, maestri di time-management. Ormai non passa giorno senza qualcuno che non ti proponga la sua ricetta perfetta per riuscire a trasformarti in un CEO nel giro di una settimana. 

Sono così tanti i testi e i corsi proposti per migliorare la produttività nel lavoro e la qualità della vita, che è quasi impossibile non cadere nella sana tentazione di provare a seguirne qualcuno.

Eppure molto spesso qualcosa va storto. 

Inizi i primi giorni carico di entusiasmo, studi alla perfezione ogni singolo passaggio, applichi (o credi di applicare) tutte le tecniche che stai imparando, stravolgi la tua routine quotidiana riempiendola di attività (magari torni pure in palestra dopo 5 anni tra divano-scrivania-letto).

Ti senti forte, senti di aver finalmente imboccato la strada giusta, quella su misura per te.

Nulla sarà più come prima.

Finalmente stai diventando la persona che hai sempre sognato di essere, anzi, già lo sei! Tu, secondo quel coach in completo blu, sei già quel CEO, quel divo di Hollywood, quel genio della Silicon Valley che hai scelto come tuo esempio di vita.  

Ma il tempo passa, l’entusiasmo cala, la stanchezza aumenta e quell’agenda fitta fitta di impegni comincia piano piano a tornare quella di sempre. Magari nel frattempo il tuo partner ti ha mandato al diavolo, il tempo speso coi tuoi cari si è andato ulteriormente riducendo, le nuove amicizie che speravi di farti non si sono rivelate poi così sincere e i vecchi amici dicono che sei cambiato e non si fidano più di te. 

Ma questo dinamico processo di (de)crescita personale non è mai privo di spese: tra il costo d’iscrizione al corso, il prezzo del cosiddetto materiale didattico, le serate di svago-e-studio, i weekend ai seminari di ricerca-di-se-stessi, è facile finire per dissipare tempo e risparmi. 

Cosa è andato storto?

Quello che ti ho appena raccontato è il caso forse più estremo di fallimento da corso di miglioramento personale. Ma spesso non è neppure necessario seguire un vero e proprio corso per fare il pieno di frustrazioni: spesso, per sentirsi dei falliti, basta decidere di seguire le “rivoluzionarie” regole riportate su un manuale di auto-aiuto o le “leggi del successo” rivelate da un tizio semi-sconosciuto su un video di Facebook. 

Eppure i consigli e le tecniche che vengono offerti da questi formatori non sono poi così male e mettendoli in pratica ti sei anche accorto che sono effettivamente efficaci, ma…. alla fine li hai comunque abbandonati, come se fossero cose non adatte a te o, peggio ancora, come se tu non avessi la forza di volontà per farli tuoi.

La radice del problema 

La verità è che siamo come bambini analfabeti: possono metterci davanti libri d’ogni tipo, scritti in ogni lingua, con o senza immagini, ma se non sappiamo leggere, non capiremo mai cosa c’è scritto!  

Lo stesso avviene con tutti questi percorsi di crescita personale dove vieni “accalappiato” così come sei oggi, con le tue abitudini, il tuo contesto, col tuo bagaglio di vizi e traumi e ti si dice:

“Da domani applica questa strategia qui per il lavoro; queste 20 tecniche di PNL quando parli col tuo capo; queste tecniche di seduzione carismatica con l’altro sesso e … mi raccomando … almeno 30 minuti di attività fisica al giorno, tutti i giorni. E niente zuccheri!” 

La pratica fondamentale che libera il potenziale di tutti i corsi. 

Lo strumento che bisogna saper usare per poter ottenere il massimo da questi libri di auto-aiuto e corsi per la crescita personale è la mente.

Nessun miglioramento personale è destinato a durare se non si ha un rapporto pacifico e amichevole con la propria mente, se non si è in grado di riconoscere e accogliere le emozioni spiacevoli e, soprattutto, se non si cerca un approccio armonioso con se stessi e con gli altri.

Per questo suggerisco a chiunque voglia cambiare il proprio approccio col lavoro, lo studio o la vita in generale, di avventurarsi in un protocollo mindfulness, perché è il corso dei corsi!

La mindfulness può condurre rapidamente a un approccio molto più aperto ed empatico alla vita quotidiana, rendendoti oltretutto meno stressato e più concentrato nel lavoro e nello studio.

È questa capacità nel gestire lo stress e a superare i momenti difficili il vero segreto dei grandi coach, CEO e mostri sacri della Silicon Valley. E non solo perché vi sono naturalmente portati, ma anche perché, se vai a indagare, dedicano tutti un momento della propria giornata a fare pratiche mindfulness (generalmente la mattina).  

Essere consapevoli di cosa accade nella mente e nel cuore è fondamentale per focalizzarsi nel lavoro, ottenere il massimo dallo studio, apprezzare a pieno il tempo libero e saper essere d’aiuto.

Ma non solo: grazie ad una stabile pratica mindfulness è molto più facile apprendere nuove (sane) abitudini o inserire qualche attività in più in agenda, senza che diventi l’ennesima sfida contro se stessi (quanto piace ultimamente ai coach usare ‘sta parafrasi terribile).  

Se la tua mente è sempre impegnata tra nevrosi, rancori, rimpianti, ansie sparse e tante altre cose di cui non sei nemmeno consapevole, è molto difficile che tu possa sentirti lucido e costante quando sceglierai di dedicarti a percorsi di crescita personale. 

Smettila di buttare altri soldi perché ti sembra di aver finalmente trovato il corso/guru/trucco giusto su misura per te che ti farà diventare la brutta copia di qualcuno che è nato e cresciuto in contesti profondamente diversi dal tuo e che ha dedicato una vita intera a quell’unico obiettivo.

Piuttosto, prova a dedicare qualche minuto del tuo tempo alla midfulness:

  • comincia a entrare in contatto con le sensazioni che abitano il tuo corpo;
  • impara ad ascoltare i segnali del cuore e a cogliere la saggezza dei suoi messaggi;
  • scopri la luminosità e la capacità senza limiti della mente.

Solo così potrai facilmente evolvere in ogni ambito.

Il tutto senza aggiungere altro stress, né cadendo in un altro pozzo di speranze tradite.  

E senza buttare altri soldi!


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